Il 2 giugno del 1946 le donne andarono a votare per il referendum istituzionale e per le elezioni dell’Assemblea costituente. Si presentarono con il vestito della festa e i figli al seguito. Per loro era la prima volta, e sono passati solamente 73 anni.
Vorrei augurarvi buona Festa della Repubblica a tutti, e in realtà lo sto facendo, ma ho un groppo in gola, perché quella che dovrebbe essere la Festa di tutti noi, è vissuta in modo diverso. Vivo il disagio di appartenere a un popolo i cui “valori”, di gran parte di questo, non riconosco e anzi aborro. Abbiamo lottato per ottenere diritti sacrosanti che oggi vengono oltraggiati. La cultura è infranta. La formazione svilita. La politica accecata.
E niente, non riesco proprio ad abbracciarvi tutti, perché almeno un terzo di voi non solo non lo comprendo, ma mi spaventa.
Vebbe’, la chiudo qui.
Nonostante tutto: viva la democrazia, viva la libertà, viva la Costituzione, e tanta buona fortuna, Italia mia.

Cara Emma condivido in pieno tutte le tue parole il tuo stato d’animo e la nostalgia di una vera democrazia che temo sarà difficile trovare
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La democrazia è in pericolo. E questa ignoranza, arroganza, violenza mi sta soffocando. Speriamo che il vento cambi.
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Cara Emma condivido in pieno tutto ciò che hai scritto su tutti i sentimenti che ci hai trasmesso spero in un futuro migliore nonostante tutto riesco ancora a sperare Come si suol dire la speranza è l’ultima a morire Ma chi Di speranza vive disperato muore Speriamo di no
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Speriamo, cara Paola, speriamo. Ma aiutiamo la speranza con maggiore impegno civile, altrimenti saremo costretti a sottostare e accettare quello che non avremmo mai voluto.
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