Anche gli alberi di Natale hanno un loro stile e seguono la moda. Il mio no. Lo orno con tutti i ricordi che ho potuto conservare in quella ormai consunta scatola di cartone, tenuta in piedi da uno scotch sempre rinnovato. Ogni anno mi succede di scoperchiarla con una certa carica di curiosità, come se non sapessi cosa contenga, e poi la visione di quegli oggetti, fedeli sopravvissuti, mi provoca piacevoli, ma anche tristi, emozioni. Così procedo meticolosamente a decorare il sintetico e sempreverde abete, simbolo del rinnovarsi della vita. Sono rimasti intatti: le palle di vetro rosso con la porporina argentata, che comprai con mia madre alla Upim, quando ancora vivevo in casa sua; un orsetto accovacciato in una piccola busta di cartone, che mi regalò mio nipote, quando era ancora bambino; un portachiavi, a forma di papera, di mia sorella; una decorazione ereditata da mio padre, tanti anni fa. Poi il gran finale. All’apice – apice intesa nelle due accezioni: sia cima dell’albero che sommità della scala dei ricordi affettivi – pongo un vecchio puntale. Si è rotto almeno un paio di volte, ma il dispiacere per la sua perdita e l’ostinazione con cui l’ho sempre voluto conservare mi hanno dato la capacità di incollare le schegge di quel vetro sottile. Lui ancora esiste e si erge nel suo rosso brillante. Apparteneva a mio zio, venuto a mancare nel 1976. Ecco perchè quel puntale per me assume un valore inestimabile. Ogni anno, lo osservo, lo ammiro e ne sono veramente fiera.
Anch’io ho il tuo stesso atteggiamento nell’aprire la scatola degli addobbi che conosco a memoria ….. mi fa sempre un certo effetto misto di malinconia e curiosità.
Molto bello l’attaccamento che dimostri a tuo zio nel voler mantenere in vita il puntale rosso della foto; tutto questo è la manifestazione di un animo sensibile e buono.
Buona domenica
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Mio zio ha rivestito un ruolo molto importante nella mia vita e, come tale, ha lasciato un vuoto incolmabile, anche se, come hai potuto constatare, sono trascorsi ormai molti anni. Grazie per la tua considerazione.
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non si vede l’albero…. ma dev’essere maestoso considerato che il puntale sfiora il soffitto!!!!!
😉
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Caro cappuccinoKid, si tratta, in realtà, di un’illusione ottica. L’albero è sì maestoso, ma solo nel mio cuore. Poggia su un tavolinetto e quello che vedi non è proprio il soffitto, ma un piccolo controsoffitto proprio al di sopra delle finestre.
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Da noi l’usanza era assolutamente il tradizionale presepio, che richiedeva tempi lunghi per allestirlo: trovare il muschio, diversificare la scenografia…; e forse è un ricordo più… umano e… bucolico per via dei numerosi personaggi, gli animali, le piante…
Per me il Natale è sempre occasione di bilanci sul piano affettivo. Per pensare obbligatoriamente a chi c’era e ora non c’è più… e spesso non solo fisicamente.
Ha un significato di struggente malinconìa per quella antica umanità e fraternità che non (ri)trovo più, forse perchè tutto è diventato materialismo, consumismo, manifestazione di opulenza e ostentazione di avere che esaurisce e annichilisce i sentimenti, quei sentimenti.
Lo ammetto, son rimasto un (povero) idealista…
Ciao, Emma.
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Caro Abele, spero che tu rimanga un (povero?) idealista, almeno fino a quando il tuo sacrosanto idealismo si trasformi in realismo! Il mondo ha bisogno di persone così, altrimenti sarebbe meramente costituito da ciò da cui noi (idealisti!) fuggiamo: finzione, apparenza, inganno, povertà d’animo, egoismo… la lista sarebbe lunga e mi fermo qui. Ne consegue che la tua “ammissione” dovrebbe essere vantata piuttosto che giustificata.
Personalmente, spero in un mondo migliore e penso che questo decadentismo, morale e sociale, debba avere una fine. Non diceva Vico che la vita è fatta di corsi e ricorsi? Continuiamo a sperare e attendiamo la nemesi senza abbatterci.
Buona giornata.
Emma
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Fa molto piacere leggere pensieri come i tuoi, cara Emma.
Riflessioni che aiutano a sperare (ancora, nonostante tutto): intanto che ci sono persone come te, magari tante, o addirittura tantissime. Ed è confortante saperlo.
Un caro saluto e il sincero augurio di tanta serenità.
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…quanta emozione leggere queste tue parole…anche il mio albero vive di decorazioni “vecchie” ed ogni anno è una nuova scoperta poterle usare per decorare i rami dell’abete sintetico.
Sono tutti ricordi preziosi, quelli raccolti in anni e anni…alcuni sono molto consumati ma non importa…in loro c’è tanta storia e tanto amore.
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mi ricorda il puntale di quello che faceva mia madre quando ero un ragazzo: cose che non si dimenticano
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