Luce.
Un altro giorno da affrontare, da combattere, da aggredire. Un altro giorno di agonia che tormenta la mia anima imbizzarrita.
Tu, luminare, saggi la mia mente arcana, e ti accanisci perché possa placarsi ma non rifiorire.
Riesci a sedarmi, reprimermi, trattenermi, ma non t’impegni a capire, a decifrare l’imperscrutabile, a svincolare quell’ombra principio di tutto. La rabbia grida quando non si è ascoltati. Questo sarebbe già un primo passo per capire.
Se solo mi somministrassi qualche goccia di comprensione e di benevolenza, oltrepassando la soglia della paura, paura dell’oscurità, ti guadagneresti il libero accesso ai meandri dei miei pensieri così strani, come li chiami tu, così tormentati, così… diversi. E quando la tua frustrazione per il fallimento della pillola miracolosa che non sortisce l’effetto assicurato ti porta a incastrarmi su un anonimo materasso, serrandomi polsi e caviglie, chiediti per cortesia se per caso la tua autorità non leghi e offenda anche la mia dignità.
Confondi l’artificiale oscuramento dei miei tormenti, esangui ma mai estinti, con un raggiunto addomesticamento, e ti compiaci.
Il mio corpo è fiacco, la mia bocca di fiele non ha forza per dire, i miei occhi guardano da dietro un velo, eppure la riserva di decoro che serbo è sufficiente per discernere, e decidere.
Apro la finestra alla vita. Spiego le ali della disperazione. Inspiro una boccata d’impudenza, e con un consapevole e funesto balzo mi lancio nel vortice di una lussuosa e agognata libertà.
Buio.
by Emma Saponaro
Miniracconto selezionato per l’antologia Parole per Strada “Lasciami andare”. Ringrazio l’Associazione Il Furore dei Libri per aver creduto in me anche nella V edizione.