8 consigli di lettura per l’8 marzo

Rebecca ringrazia e abbraccia le sue sorelle❣️🍎

Scrivere storie di donne che non si arrendono e che, anzi, continuano nella loro lotta quotidiana contro i pregiudizi sessisti e contro chi vorrebbe vederle docili e omologate ha duplice origine: dal grido di ribellione per le disuguaglianze di genere e dal tentativo di smuovere la rassegnazione o l’indifferenza.

Dalla prefazione di Marina Pierri:

“Se devo essere una mela” «(…) consente di vedere, senza benaltrismi né pietismi, quanto spesso l’agonia giornaliera di chi si trova in una condizione anche di violenza economica e psicologica si nasconda dietro porte chiuse, che spesso chiuse lo saranno per sempre. Milioni di donne vivono quell’agonia, e di moltissime di loro non sapremo mai».

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Rebecca è arrivata!

E adesso è ufficiale: Se devo essere una mela, edito Les Flâneurs, è in libreria.

Sono sicura che potete immaginare l’emozione che provo. Prima di tutto perché l’arrivo in libreria è il coronamento del lavoro dedicato a una storia in cui si crede. Poi perché è il momento in cui devi lasciare andare qualcosa che è tuo, intimamente tuo, e un qualcosa che in un certo senso è parte di te, forse ancora di più, sei tu. E quel tu in realtà è un io. Il mio romanzo sono io. Ecco, quest’ultima emozione è uno scossone al cuore che perdura fino a quando non vedi la tua creatura camminare indipendentemente dalla tua volontà. È una figlia che si separa da te per cercare la sua collocazione, è giusto così ma nello stesso tempo sei triste.

Vai, Rebecca, fai emozionare i lettori e le lettrici quanto le storie che mi hanno raccontato e che io ho rielaborato nel libro affidandole a te. Storie di persone sole pur essendo in coppia. Storie di malcontento e libertà repressa. Storie di donne infelici, incapaci di dare un taglio netto a relazioni malate, consumate o anaffettive. Storie di donne che anelano al vero amore e che nonostante ne siano state deluse lo cercano ancora. Donne disilluse e donne felici. Vai, Rebecca, regala emozioni, ma non fare piangere, le lacrime non fanno bene al cuore, fai invece divertire, alleggerisci l’animo di chi pensa che non ci sia più nulla da fare, e dai loro una spinta. Infondi coraggio a chi lo cerca. Magari proprio grazie a te qualcuna troverà la forza per rialzarsi.

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sensazionemozione

Un anno che non scrivo qui.
Un anno intenso, durante il quale si sono avvicendate produzioni di parole sotto varie forme: poesie, racconti, progetti. Il più importante è stato il mio romanzo Se devo essere una mela, edito Les Flâneurs Edizioni.

Sono gli ultimi giorni di gestazione.
Pochi giorni e il libro vedrà la luce e inizierà a girare o girovagare secondo l’accoglienza dei lettori. È questo il momento più difficile di tutto quello strano e affascinante processo che inizia con la creatività e termina materialmente con l’oggetto libro. Che poi non è finita! Seguono la promozione, le presentazioni, le recensioni e non c’è niente da fare, quel distacco, quell’allontanamento si sente tutto e la creatura va, cammina senza più l’aiuto di chi l’ha creata.

Inutilità. Tristezza. Questo si sente 😦

La mente sta vagando in un ingorgo di ricordi che partono dalla prima stesura, incerta e faticosa, agli editing, alle rielaborazioni, smonta e rimonta, fino ad approdare alla forma che avevo reputato definitiva.
L’ho amata, questa storia, e sto friggendo per domani. Razionalmente non succede nulla, ma so che da domani non sarà più mia mia, non sarà più solo la mia creatura. E allora non mi rimane che augurarle buona vita e che sia fedele portatrice di quelle emozioni che ho cercato con impegno e dedizione di affidarle per poi trasmetterle alle lettrici e ai lettori.

La mia Rebecca è una donna che tenta di riprendersi la sua vita, affrontando un viaggio carico di ostacoli. Se fosse un film, direi che è una commedia brillante, ma è un libro e non saprei come collocarlo se non di genere non genere, o forse di genere femminista, visto che si tratta di emancipazione femminile. E poi non sta a me recensirlo, aspettiamo. Aspettiamo ancora un po’.

Ah, un’ultima cosa:

ad impreziosire il libro sono stati i contributi di Marina Pierri, autrice di Eroine, che ha scritto la prefazione, e dell’illustratore Alessandro Arrigo (www.arrigoartwork.com) che non poteva interpretare meglio la storia con la sua fantastica copertina.

Grazie!