Cuori a Kabul, poesie per l’Afghanistan

Abbiamo unito le nostre parole, i nostri versi, il nostro disagio a rimanere inerti di fronte a una tragedia come quella che ha colpito e continua a colpire l’Afghanistan, soprattutto le donne e i bambini.
Ogni contributo, seppur considerato minimo, unito agli altri può diventare caterpillar.

Nasce con queste premesse il libro Cuori a Kabul, il cui ricavato verrà devoluto interamente a Emergency, impegnata già dal 1999 in progetti a sostegno dell’Afghanistan.

Ci ho messo un pezzo di cuore, CI abbiamo messo un pezzo di cuore, e ci crediamo. Ora chiediamo a voi una mano per far sentire la nostra “voce”.

“Il crollo, il dolore,
la fuga, il terrore.
Il buio.
Il silenzio!”

Grazie!
Un grazie speciale a Pietro Fratta, per averci coinvolto immediatamente in questo progetto benefico, e un grazie grande così anche a Graphe.it Edizioni che ha accolto le nostre parole per poterle diffondere con un vento di speranza.
Ora sta a voi.
Per prenotare o acquistare, cliccate sul libro ⬇️

Cuori a Kabul

Prefazione Susanna Camusso
Con testi di Stefano Bidetti, Gisella Blanco, Emanuela Botti, Isabella Braggion, Fabrizio Cavallaro, Agnese Coppola, Clarissa Costanzo, Tommaso Fiscaletti, Cettina Garigali, Simona Magagnin, Chiara Lev Mazzetti, Eleonora Molisani, Monia Moroni, Claudia Muscolino, Veronica Paladini, Mirella Parisi, Selene Pascasi, Francesca Pizzo, Miriam Maria Santucci, Emma Saponaro, Giuseppe Traina, Asia Vaudo
Pagine 198
Pubblicazione 10/2021
ISBN 9788893721516

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Aperitivo d’Arte al Black Market

L’associazione GEArtis e GEArtis Web Magazine presentano APERITIVO D’ARTE. Una serata all’insegna dell’arte: libri, musica, fotografia, recitazione, cultura in una delle Gallerie D’Arte – Cocktail Bar più in voga nel cuore di Roma Blackmarket 101 – Rione Monti
Vieni a conoscerci e partecipa!

Intervengono 
Maurizio Carletti – autore
Cecilia Sanchietti – musicista batterista compositrice
Tiziana Tafani – autrice
Beatrice Tauro – autrice
Antonella Pagano – poetessa attrice
Emma Saponaro – autrice
Lorena Lusetti – autrice
Diego Romeo – autore
Enrico Cerniglia – fotografo

Conduce la serata l’autrice Maggie van der Toorn
Un evento a cura delle cacciatrici di cultura Giorgia Lucrezia Sbuelz PanciatichiGiuditta Di CristinziMaggie van der ToornCloe MarcianFrancesca Rossetti

Guest star Luke Rhodes – chitarra e voce

Quota di partecipazione Euro 7,00 (comprende drink e tessera)
INFO 349 7591991

Vi aspettiamo! 🙂

diario di bordo pugliese #9

Renata è stanca. La mattina trascorsa a scuola, il pomeriggio un lungo Consiglio comunale. È interminabile, pensa di non farcela, Renata, ma deve. Deve per i suoi figli, suo marito, per gli affetti che la circondano e tutti gli altri. E basta questo per farle tornare la forza, e sopporta. Urli, schiamazzi, minacce le scivolano addosso come acqua fresca, che trascina con sé ogni residuo di perplessità. Non ha mai visto quel collega urlare in quel modo. La pelle del collo, ormai purpurea come lo è il suo volto quadrato, tendendosi per l’issarsi delle carotidi potrebbe squarciarsi. Urla per coprirle le parole. È il caos e il Consiglio termina che è già notte. Renata non vede l’ora di tornare a casa, ha bisogno della sua famiglia, ora, a volte trascurata per la sua diligenza e forte senso di responsabilità. Ha la sensazione che un nodo le stringa la gola, perché in fondo si sente in colpa di non poter abbracciare i suoi figli prima che si addormentino. Qualche passo e arriverà a casa, si accontenterà di baciarli sulla fronte, delicatamente. E invece a casa non arriverà mai. Tre proiettili la strappano alla vita. Una vita che ancora deve sbocciare.

Così immagino la scena mentre cammino. Renata Fonte era assessore alla pubblica istruzione nel comune di Nardò e aveva la colpa di amare la sua terra, il suo Salento, talmente tanto che ebbe l’“ardire” di opporsi alla speculazione edilizia che rischiava di trasformare i circa 1000 ettari del Parco naturale di Porto Selvaggio in una colata di cemento. Era il 1984 e il costante e consapevole impegno civile e la condotta di una vita all’insegna dell’onestà e politicamente incorruttibile le è costata la vita.

Manovra. Infilo la macchina tra due alberi sperando che l’ombra la protegga. Scarpe da ginnastica e zaino in spalla, m’inoltro nella folta macchia mediterranea per arrivare alla spiaggia di Porto Selvaggio. Fa caldo, ma non mi lamento, il cammino è piacevole anche se pietroso in discesa in salita e poi in discesa. Il mio olfatto ha il privilegio di inalare profumo di resina come non se ne sente più, e mi riporta all’infanzia, quando i profumi erano più nitidi, forti, buoni. Arrivano zaffate anche di rosmarino e di mirto. È un paradiso olfattivo, qui. I 700 metri che mi avevano detto sono in realtà lunghi 1200 e non me ne sono resa conto, è l’iPhone che li ha contati. Arrivata. Trovo un posticino sui ciottoli bianchi in prossimità dell’acqua cristallina. Posso fermarmi solo un paio d’ore (Antonio, il boss, mi dice sempre: “Stai lì per lavorare mica per riposarti!” e alle mie faccine tristi chiude la chat con un “divertiti”). Che incanto. Una meraviglia. Verde eazzurro e azzurro e verde. Mare e natura e natura e mare. Osservo intorno e non posso non immaginare residence, hotel, ristoranti, campi da tennis, le rocce deturpate, i pini abbattuti e il cemento cemento cemento cemento cemento.

Infinite grazie, Renata! Persone come te davvero cambierebbero il mondo.

Non ho domande da porvi, se non quelle sul coraggio e sulla giustizia…

Vostra Emma

P.S. Una orchidea è stata dedicata a Renata Fonte e porta il suo nome: Ophrys x renatafontae.

DIARIO DI BORDO PUGLIESE #1 #2

Buongiorno a tutti,
Prima di tutto voglio ringraziare la Libreria Palmieri di Lecce, nella persona di Daniela Palmieri, che ieri mi ha ospitato in occasione della presentazione del mio romanzo. Ringrazio per l’impeccabile relazione, supporto e quant’altro Livio Romano che mi accompagnerà anche oggi pomeriggio a Nardò.
Il motivo di questo post è anche un altro e lo capirete continuando a leggere.

Ho iniziato il mio tour in Puglia e sono partita da Roma, l’altroieri, da sola e con la mia fedele Jukkina. Parlando con più persone mi sono sentita dire che sono coraggiosa ad affrontare un viaggio lungo e pieno di tappe, tra l’altro anche con una pausa lunga una decina di giorni che ancora non so dove mi porterà. A parte il fatto che per quanto mi lusinghi, il termine “coraggio” lo riserverei per ben altre situazioni, difficili e complicate, ho deciso che la mia compagna di viaggio sarà proprio questa Pagina. Viaggiare da soli è vantaggioso per la socializzazione, la scoperta e anche la ricerca di frammenti di noi stessi, specialmente se, come nel mio caso, proprio in questa terra risiedono le radici.
Dunque, passiamo al primo aneddoto che risale a due giorni fa, durante il viaggio in autostrada. Mi sono fermata a un’area di servizio nei pressi di Canosa di Puglia per un caffè e per il rifornimento del diesel. Con l’occasione ho fatto controllare anche lo stato delle gomme e, naturalmente, sono scesa dall’auto. Il benzinaio mi ha sorriso, poi si è avvicinato, poi si è allontanato, poi si è riavvicinato e dopo un momento di esitazione mi ha sorriso di nuovo e mi ha detto: “Mi scusi se mi permetto, eh!? Lei usa Acqua di sale, vero? Prima o poi devo venire a Roma per comprarlo!”.
Perché vi racconto questo?
L’olfatto è un senso importantissimo, e solo studi recenti stanno riconoscendo a questo l’importanza che merita.
Sono fissata con i profumi, e questo non è più un segreto, e i profumi che utilizzo ormai sono quelli artigianali o vere essenze. Insomma, il mio Acqua di sale è quasi industrializzato, è vero, ma si può trovare solamente a Roma, nelle profumerie dei fratelli Durante, i creatori stessi di questa e altre fragranze per le quali, importantissimo, utilizzano l’alcol etilico, quello alimentare, per intenderci, molto più costoso di quello denaturato (circa venti volte di più). Quindi, è vero che il loro profumo può essere considerato “di lusso”, ma se dura tre volte di più, beh, fatevi voi i conti.
Ah, a proposito, un’avvertenza: se iniziate con questi profumi – non solo i loro ma anche con quelli diciamo “alternativi” (ho scoperto la fragranza al gelsomino di Lush che è una prelibatezza ed è economica… provare per credere) -, quando riassaggerete un profumo prettamente industriale, anche fosse, chessò, Chanel, sentirete prima di tutto la svampata di alcol.
Sono prolissa e mi sono persa. Ecco, dicevo: perché vi ho raccontato questo aneddoto? Perché abbiamo perso il dono del sentire, percepire, ascoltare. E l’olfatto, come dicevo, è un senso importantissimo, il primo che si forma nel feto. Il neonato riconosce la mamma prima ancora che dalla sua voce, dal suo odore. Il ragazzo che ha riconosciuto, apprezzandolo, il mio profumo, con le sue note di mirto, legno di cedro e alghe marine, pur vivendo a circa 400 chilometri dallo “spaccio”, mi ha dato una folata di speranza.
Giuro ho finito.
Buon annusamento a tutti!

Profumum Roma

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