La terra inesplorata delle donne

Le donne raccontano le donne. Ecco che succede quando 11 scrittrici italiane e 2 firme elvetiche si incontrano in un’antologia internazionale.

Così titola Il Corriere dell’Italianità.

Esce l’8 marzo il libro “La terra inesplorata delle donne”, uno sguardo al femminile sull’universo “rosa”. Che cambia, allo stesso ritmo della trasformazione del mondo

«Dai loro racconti emergeva un vasto continente: era la terra inesplorata di quelle donne», così scrive Sara Durantini nel suo testo Voci dell’anima mia, che apre la raccolta intitolata proprio La terra inesplorata delle donne, pubblicata da Dalia Edizioni, Terni, nella collana narrativa, l’8 marzo 2023.

La Durantini è di fatto l’ideatrice e la curatrice dell’antologia, che si fa portavoce di tredici scrittrici, tra le più brillanti e non convenzionali del panorama italiano: Cettina Caliò, Ilaria Palomba, Gisella Blanco, Patrizia D’Antonio, Antonietta Gnerre, Emma Saponaro, Raffaella Gambardella, Elisa Ruotolo, Antonella Rizzo, Luigia Sorrentino ed Elisa Longo.  Si aggiungono a loro due altrettanto preziose firme elvetiche: Sabrina Caregnato di Ginevra (www.sabrinacaregnato.com) e Manuela Mazzi di Locarno (www.manuelamazzi.com).

La terra inesplorata delle donne – che racconta le donne; le osserva mentre accolgono un sapore, una gioia, un dolore, un’illusione, mentre il fluire della vita le sorprende, le cambia, mentre il mondo si trasforma insieme a loro – ha, tra l’altro, lo scopo di devolvere parte dei ricavi all’«Associazione Difesa donne: noi ci siamo» di Milano (www.difesadonne.com).

L’antologia può essere ordinata anche presso la casa editrice (www.daliaedizioni.it), sui maggiori store online e presso le librerie

per chi volesse partecipare all’evento dell’8 marzo, a Roma, presso Libreria e Caffè

Una firma d’amore

TRENI

«Non sto scherzando: io le sento davvero, le doglie.»
«Stai calma e respira forte», balbetta mio marito.
Ci siamo. Scendiamo dal taxi. Un dolore lacerante mi lancia dubbi, perplessità, e paura.
E se non mi piacesse? E se non piacessi io a lui?
Citofoniamo. Il cancello si apre.
Paura.
Nella sala ci sono almeno dieci bambini. Il più grande avrà otto anni.
Paura.
L’operatore ci indica Paolino. Mi chino, lui mi scruta con occhi di cielo e sorride. Lo abbraccio. Mi stringe.
I suoi sospiri vogliono amore e di colpo scoloriscono il ricordo di gelide pratiche e testarde battaglie, e la paura.

by Emma Saponaro

Contanti e contenta

(per evitare brutte figure alla cassa di una grande libreria)

figuracceAvvicino l’apparecchio all’orecchio e attendo che qualcuno mi risponda. Nulla di anormale, direte voi, ma se nel frattempo si è formata una platea di persone incuriosite che vi osserva, allora il discorso cambia. Il mio imbarazzo fluisce come il sudore sulla fronte. Guardo il cassiere. E’ paonazzo, forse per lo sforzo di reprimere una risata. Sì, è così, appena il suo sguardo incrocia il mio, lo fa: si scompiscia dalle risate. Rimango impassibile. Sono una signora, io! Ma lo screanzato prende coraggio e dice: – Deve digitare il PIN, signora, non è un telefono – poi riprende a ridere, e con lui la platea.

by Emma Saponaro

Dove il tempo si è fermato

Roma in cento parole, a cura di Alessio Dimartino

Fiotti di turisti si concentrano nella piazza. Mi manca l’aria.
– Chiudi gli occhi, dammi la mano e lasciati guidare.
Accetto. Mi lascio trasportare e sento il chiasso dissolversi. Ci fermiamo. Apro gli occhi.
Sono entrata in un’altra dimensione, dentro una cartolina di fine Ottocento. Avvolta dai colori della Roma papalina, sento il silenzio musicarsi di mandolini. Osservando il cortile circondato da casette, penso alla scena finale del Rugantino, quando lui, sul punto di esser giustiziato per mano di Mastro Titta, viene deriso dai principi Capitelli. “Morì ammazzato pe’ ‘na donna? Ma si può essere così fregnoni?”.
In via del Pellegrino, il tempo si è fermato.

Emma Saponaro