8 consigli di lettura per l’8 marzo

Rebecca ringrazia e abbraccia le sue sorelle❣️🍎

Scrivere storie di donne che non si arrendono e che, anzi, continuano nella loro lotta quotidiana contro i pregiudizi sessisti e contro chi vorrebbe vederle docili e omologate ha duplice origine: dal grido di ribellione per le disuguaglianze di genere e dal tentativo di smuovere la rassegnazione o l’indifferenza.

Dalla prefazione di Marina Pierri:

“Se devo essere una mela” «(…) consente di vedere, senza benaltrismi né pietismi, quanto spesso l’agonia giornaliera di chi si trova in una condizione anche di violenza economica e psicologica si nasconda dietro porte chiuse, che spesso chiuse lo saranno per sempre. Milioni di donne vivono quell’agonia, e di moltissime di loro non sapremo mai».

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Incipit che lasciano il segno

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto.

Herman Melville, “Moby Dick”

Quando siamo di fronte al mistero della vita, in balia delle più tormentate riflessioni sull’esistenza, quando ci sentiamo in disarmonia pur consapevoli della nostra appartenenza nell’infinito universo, sale il bisogno di urlare il nostro silenzio e cerchiamo una sponda che ci appaghi, ci tranquillizzi. E la malinconia può realizzarsi in uno stato intimo rasserenante, come un caldo e grande utero salvifico, dove poter navigare con i nostri pensieri… Che ci capisca il mare e il vento, ci basterà!
balenaJosé María Pérez Nuñez/Flickr

 

La Signora del Teatro – Omaggio a Mariangela Melato

Neanche tre anni fa ho avuto la possibilità di andarla a vedere al Teatro Valle.
Ero stanchissima, quel giorno, ma il suo richiamo era stato più forte. Non potevo farmi sfuggire quella occasione. Andai.
Interpretava Il Dolore, di Marguerite Duras. Un monologo di due ore che durò l’attimo di due respiri, uno di attesa e l’altro di dolore.
Mi commossi. Riuscì lei a farmi commuovere, a trascinarmi sul palcoscenico per farmi entrare nella realtà che stava rappresentando.
Al termine, le mie amiche ed io uscimmo dal teatro sconvolte,  in silenzio.
Ci fu solo un fugace saluto e ognuna a casa sua.
Grazie Mariangela,
Emma

Vi invito a vedere questo spezzone di tre minuti… emozionante anch’esso.

Andrea Camilleri #1

Antonio Manzini presenta La voce di notte, la nuova storia del commissario Montalbano scritta dal Maestro Camilleri.
Ci troviamo a Roma, all’evento graditissimo a chi ama i libri Più libri più liberi.
Ho filmato vari momenti di questa presentazione e vorrei proporveli, per condividere non solo la sua inarrivabile maestria, ma anche la simpatia e l’acuta ironia che contraddistinguono Camilleri-uomo in ogni occasione.

Buona visione

by Emma Saponaro